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GENDER IN TRANSLATION

Il webinar sarà strutturato in tre parti: la prima intende soffermarsi su questioni teoriche generatesi a
partire dall’unione di due discipline: gli studi di genere e quelli traduttologici.
Nella seconda parte, esponendo gli approcci delle femministe canadesi del Quebec degli anni ‘60 e ‘70,
osserveremo alcuni esempi di traduzione femminista per poi mostrarne le pratiche concrete. Come
tradurre un testo dall’inglese all’italiano conservandone i contenuti e i significati femministi? Come
preservare l’identità della donna, i suoi desideri, la sua forza e il suo potere, attraverso la traduzione?
La terza parte del webinar intende, invece, inserire in campo ulteriori elementi: le soggettività lgbitq*.
Quali saranno le differenze in ambito teorico e pratico tra una traduzione femminista e una traduzione
transfemminista queer? Come fare, concretamente, perché in un testo tradotto emerga la presenza, ad
esempio, delle soggettività trans, lesbiche, non binarie? Di quali strumenti linguistici è necessario dotarsi
per fare in modo che tutte le soggettività oppresse trovino spazio, voce e visibilità nel testo fonte e in
quello di arrivo? Questi alcuni degli interrogativi che affronteremo.

 

LA STRUTTURA DEL WEBINAR
Le ragioni politiche

Breve storia di un’oppressione strutturale:
Il linguaggio come strumento di conservazione e riproduzione del potere e dello status quo.
Donne in letteratura, donne in traduzione: gli scritti rimasti nei cassetti.
La traduzione “bella e infedele”, uno stereotipo da smontare.
La traduzione femminista in Canada negli anni ’60 e ’70.
Il primo approccio

La traduzione femminista:
Approcci e metodi della traduzione femminista canadese.
Dal testo al paratesto; esempi di traduzione femminista.
Limiti della traduzione femminista: nuovi orizzonti e nuove alleanze.
Nuovi sguardi

La traduzione transfemminista queer:
Parola d’ordine “Intersezionalità”: che cos’è, cosa implica, come si pratica.
Esempi di traduzione transfemminista; esempi di un posizionamento preciso.
Oltre “il traduttore è solo”: approcci collettivi dal basso.