“La poesia –
ma cos’è mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano.”
(Wisława Szymborska) *
Se è difficile definire la poesia, figuriamoci tradurla. Per la rubrica #traduzioneacolazione di @wip_traduzioni proverò, in punta di piedi, ad affrontare questo tema così delicato. Mi lascerò guidare dalle parole di Pietro Marchesani, traduttore di Wisława Szymborska che al termine de “La gioia di scrivere” ha raccolto in una nota i criteri adottati per tradurre le poesie della Szymborska e dei poeti polacchi in generale.
Quando si parla di poesia, Marchesani ricorda che ci sono posizioni radicali che la considerano intraducibile e altre, per fortuna aggiungo io, più concilianti. La principale difficoltà della traduzione poetica consiste nell’impossibilità di scindere il contenuto dalla forma, soprattutto da lingue poco comuni. In questi casi infatti per la maggior parte dei lettori la traduzione diventa l’unico “testo” per conoscere l’opera dell’autore. Sulle spalle del traduttore ricade quindi la grande responsabilità di veicolare il contenuto insieme all’estetica dei versi o come dice Marchesani farsi carico “con libertà d’invenzione, del testo poetico nella sua totalità”. Nel caso della Szymborska, Marchesani sostiene di aver adottato diverse strategie a seconda dei casi. Ha rinunciato alla corrispondenza metrica quando questa avrebbe impoverito il testo, ricorrendo, per compensare, ad assonanze o ritorni ritmici e l’ha mantenuta laddove possibile. Il suo lavoro è stato agevolato dalle indicazioni della stessa autrice che ad esempio per la rima suggeriva: “si recupera quasi solo nel momento in cui si desidera trasmettere al lettore un messaggio come “divertiamoci” o “si tratta di un gioco””. Ho trovato questa nota finale molto utile perché è una sorta di scatola nera del traduttore che dà accesso ai ragionamenti alla base di scelte che sono frutto di una lettura approfondita e di studi minuziosi della poetica dell’autrice. Sarebbe meraviglioso se si potesse sempre dare una sbirciatina al “dietro le quinte”.
Grazie a Ilenia Gradinello, che ha scritto per noi questo articolo.