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Dizionario che cura le parole

Prendiamoci cura delle parole

La rubrica #traduzioneacolazione ha a cuore le parole, scritte, tradotte, lette, taciute, talvolta persino gridate o scagliate come dardi. Per questo motivo tra le nostre proposte inseriamo anche dizionari un po’ particolari, come quello di oggi: il Dizionario che cura le parole.

Questo dizionario è il risultato sfogliabile del ciclo di incontri “Il Potere delle Parole” svoltosi presso il Fondo Tullio de Mauro di Torino, dove intellettuali, giornalisti, docenti e scrittori si sono riuniti per curare le parole, restituendo a lemmi del nostro quotidiano il significato che spesso hanno perso perché banalizzati dall’uso, o dall’abuso e “strattonati e lacerati in dispute e scontri”. Proprio da questa considerazione nasce il bisogno di “prendersi cura delle parole”, riflettendo sul loro significato e cercando di recuperarne l’integrità.

L’idea alla base di questo progetto è che nella lingua si possono ritrovare la memoria e l’identità di un popolo, perché, come sottolinea Silvana Ferreri nelle pagine introduttive, “le parole hanno bisogno di una comunità, vivono in essa e ne traggono linfa”. Le parole non sono cosa morta, fissa e immutabile, ma cambiano, il loro senso si adatta all’uso che ne fanno i parlanti. Per questo motivo chi si appropria delle parole e le usa deve essere consapevole del fatto che sta maneggiando un bene comune da rispettare e tutelare. Le parole permettono di costruire relazioni con gli altri e ponti tra passato, presente e futuro, consentendoci di dare forma alle emozioni, alle paure, alle speranze e alle idee e di comunicarle. Senza le parole non si può dar vita ai pensieri. Maggiore è il numero di vocaboli di cui si conosce il significato profondo, maggiori sono le possibilità di capire e raccontare la complessità del reale.

Le parole scelte rientrano nelle 200 del vocabolario di base della lingua italiana e rimandano tutte alla comunità che le usa. Troviamo quindi lemmi che partono dalla famiglia, dalla cura dei suoi membri, per poi passare alla comunità, composta anche dagli “altri”, distanti per cultura o colore della pelle, per poi arrivare alla parola odio, l’unica la cui definizione è scritta in bianco su fondo nero. Già, perché non esiste luce, senza buio e non si può raggiungere la pace, senza prima vedere e riconoscere l’odio in tutte le sue forme.

Sebbene sia stata una scelta difficile, di tutti i lemmi, accompagnati dalle delicate ed evocative illustrazioni di Alice Tortoroglio, vi proponiamo due passaggi delle definizioni che ci hanno più colpito:

– Cura

“/cù ra/ s.f. [lat. cûra probabilmente deriva dalla radice ku-/kav- osservare. Da confrontare con il sanscrito Kavi saggio].

Il diritto alle cure è un diritto umano fondamentale e inalienabile: va garantito gratuitamente a ciascun individuo, senza discriminazioni. […] La cura è inoltre qualcosa in più del mero trattamento medico, bensì è anche prendere per mano e accompagnare oltre il dolore.

La cura ha bisogno di bellezza, sotto forma di strutture moderne, giardini fioriti e sorrisi accoglienti, per restituire dignità e rispetto alle persone sofferenti e aiutare il loro percorso di guarigione, che continua spesso attraverso riabilitazione e reinserimento sociale”.

Emergency

– Coraggio

“/co ràg gio/ s.m. [dal provenz. coratge, fr. ant. corage, che è il lat. *coratĭcum, der. di cor «cuore»]

Il peggio è passato, coraggio! Coraggio, il peggio deve ancora venire!

Cos’è il coraggio, dove si trova?

Forse solo a nominarlo lo trovi, un pochino te ne arriva, perché se ne hai bisogno arriva e chi lo nomina ne ha sempre bisogno.

Nel mio presente ci sono pochi coraggiosi…

Non gente con poco coraggio, ma poche persone, troppo poche, a essere coraggiose.

Metto me al primo posto nella lista dei non coraggiosi.

[…]

Faccio guerre lunghe per questa insoddisfazione che non mi addormenta sereno e posso dirlo a voce piena che ci vuole coraggio per piangere per strada-

[…]

Per i giorni che so di aver perso inutilmente, ci vuole coraggio e anche per tutti i giorni quelli in cui sono un perdente!

Chi ha coraggio ha la possibilità di vivere, felicemente.”

Tindaro Granata

 

Questi sono soltanto due esempi, ma ogni definizione è un piccolo gioiello affidato alle mani sapienti di autori come Igiaba Scego, Chiara Saraceno, Nicola Crepax e Cinzia Sciuto, solo per citare alcuni nomi.

Se vi abbiamo incuriosito, non vi resta che sfogliare il dizionario e se volete qualche informazione in più sul Fondo Tullio De Mauro e sul progetto vi lasciamo qualche link di approfondimento:

https://www.reteitalianaculturapopolare.org/fondo-tullio-de-mauro.html

https://www.reteitalianaculturapopolare.org/il-potere-delle-parole.html

https://illettoremedio.wordpress.com/2020/02/13/dizionario-che-cura-le-parole-aa-vv/

https://www.mentelocale.it/torino/eventi/159496-potere-delle-parole-incontri-dibattiti-fondo-tullio-de-mauro.htm

 

Ringraziamo Ilenia Gradinello, che ha scritto per noi questo articolo.